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Palazzo Pisani Moretta: l'eleganza di una trasformazione settecentesca sul Canal Grande nell'attesa di una nuova vita.

  • Immagine del redattore: Ab Travel
    Ab Travel
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 6 min
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Affacciato con orgoglio sulla riva sinistra del Canal Grande, in uno dei suoi tratti più affascinanti, tra il ponte di Rialto e la celebre “volta di canal” presso Ca’ Foscari , Palazzo Pisani Moretta rappresenta uno dei gioielli dell’architettura veneziana. Il suo profilo gotico, rimasto pressoché intatto sulla facciata, cela un'anima profondamente trasformata nel corso del Settecento, quando l’edificio venne convertito in una dimora sontuosa, simbolo del potere e della raffinatezza di una delle famiglie patrizie più influenti della Serenissima.


Dal gotico fiorito al trionfo decorativo del Settecento

Originariamente costruito in stile gotico fiorito, il palazzo fu radicalmente rinnovato a partire dagli anni Quaranta del XVIII secolo, quando la famiglia Pisani Moretta affidò  la decorazione degli interni agli artisti più celebri del tempo, tra i quali Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Jacopo Guarana, Giuseppe Angeli. Non si trattò di un semplice abbellimento: pareti, volte e soffitti vennero trasformati in un vero e proprio trionfo allegorico e celebrativo, con stucchi, affreschi e arredi concepiti ad hoc per ciascuna sala.

Questo sfarzo rispondeva pienamente allo spirito del tempo, quando la nobiltà veneziana, in particolare quella di nomina recente, mostrava il proprio prestigio attraverso imponenti cicli decorativi negli interni dei palazzi. Palazzo Pisani Moretta ne è uno degli esempi più emblematici: una vera e propria “antologia della pittura decorativa veneziana” nel suo momento di massimo splendore.

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Un’eredità tra ambizione, matrimonio e restauro

Le vicende familiari si intrecciano strettamente alla storia del palazzo. Dopo una lunga serie di passaggi di proprietà, controversie ereditarie e accordi tra i Bembo e i Renier, il palazzo entrò finalmente nelle mani dei Pisani nel 1672. All’inizio del Settecento fu Francesco, detto Piero, ad abitarlo per primo. Uomo parsimonioso al limite della proverbiale avarizia, riuscì ad accumulare una fortuna ingente, lasciandola in eredità alla figlia Chiara.

Sposatasi giovanissima con un lontano parente, Gerolamo Pisani “dal Banco”, Chiara si trovò ben presto a gestire un vastissimo patrimonio, divenendo tutrice dei sei figli ancora minori alla morte del marito. Tornata a Venezia da Verona, dove Gerolamo era stato capitano della Repubblica, Chiara si dedicò con determinazione al restauro dell’edificio, in parte per necessità, ma anche per rispettare la consuetudine tutta veneziana di rinnovare e impreziosire la casa in occasione di passaggi di proprietà o importanti unioni matrimoniali.


Una facciata gotica che racconta le origini

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Curiosamente, mentre gli interni del palazzo venivano completamente trasformati, la facciata gotica sul Canal Grande fu lasciata intatta. Una scelta forse simbolica, per affermare le antiche radici della famiglia in un’epoca in cui lo sfarzo moderno cercava comunque un ancoraggio nella tradizione.

Particolarmente suggestive le due esafore gotiche: quella del primo piano nobile, ispirata alla loggia di Palazzo Ducale, e quella superiore, di concezione innovativa, con archi acuti che si intrecciano e finestre quadrilobate in un gioco raffinato di forme e chiaroscuri.


Un palazzo, un racconto veneziano

Oggi, attraversare le sale di Palazzo Pisani Moretta, seppur in occasioni selezionate, significa percorrere la storia di Venezia attraverso le sue decorazioni, i suoi protagonisti, i suoi silenzi. È il racconto di una città che, anche nel suo tramonto politico, seppe ancora esprimere una magnificenza senza pari, affidando alla bellezza delle arti la memoria del proprio splendore.

Ciò che mi ha profondamente incantata è stato il salone del primo piano nobile: uno spazio di rara bellezza, dove lo sguardo si perde tra le decorazioni del soffitto, la scenografica parete finestrata e, soprattutto, una foresta di lampadari in vetro di Murano ancora alimentati da candele. La loro luce tremolante avvolge l’ambiente in un’atmosfera senza tempo, intima e meravigliosamente suggestiva.


L'attualità

È notizia recente il passaggio di proprietà di Palazzo Pisani Moretta tra Maurizio Sammartini, ultimo erede della storica dimora e attento custode che ne ha curato con rigore il restauro, dagli arredi originali alle strutture tecniche, e lo stilista belga Dries Van Noten, che annuncia un ambizioso progetto culturale. L’intento è trasformare il palazzo in un centro creativo dove artisti e artigiani possano dialogare, sperimentare e confrontarsi, offrendo al pubblico uno spazio aperto all’arte contemporanea ma profondamente radicato nella tradizione veneziana.


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English version:


Palazzo Pisani Moretta: the Elegance of an Eighteenth-Century Transformation on the Grand Canal Awaiting a New Chapter.


Proudly overlooking the left bank of the Grand Canal, in one of its most captivating stretches, between the Rialto Bridge and the renowned volta di canal near Ca’ Foscari, Palazzo Pisani Moretta stands as one of the architectural jewels of Venice. Its Gothic silhouette, largely unchanged on the façade, conceals an interior profoundly transformed during the eighteenth century, when the building was refashioned into a sumptuous residence, a symbol of the power and sophistication of one of the most influential patrician families of the Serenissima.


From Venetian Gothic to Eighteenth-Century Decorative Triumph

Originally constructed in the Venetian Floral Gothic style, the palazzo underwent a radical transformation beginning in the 1740s, when the Pisani Moretta family entrusted the decoration of the interiors to some of the most celebrated artists of the era – including Giambattista Tiepolo, Gaspare Diziani, Jacopo Guarana, and Giuseppe Angeli. This was far more than a mere embellishment: walls, vaults, and ceilings were reimagined as grand allegorical and celebratory compositions, with stucco-work, frescoes, and bespoke furnishings created for each room.

This opulence mirrored the spirit of the time, when Venetian nobility, particularly those of more recent appointment, asserted their status through elaborate decorative cycles within their palaces. Palazzo Pisani Moretta remains one of the most emblematic examples: a true anthology of Venetian decorative painting at its height.


A Legacy of Ambition, Marriage, and Restoration

The family’s history is intimately entwined with that of the building. Following a long succession of ownership transfers, inheritance disputes, and settlements between the Bembo and Renier families, the palazzo finally came into the hands of the Pisani in 1672.

At the dawn of the eighteenth century, Francesco, known as Piero, became its first resident. A man famously frugal to the brink of parsimony, he amassed a considerable fortune, which he left to his daughter Chiara.

Married at a young age to a distant relative, Gerolamo Pisani “dal Banco”, Chiara soon found herself managing an extensive estate, becoming guardian to their six children upon her husband’s untimely death. Returning to Venice from Verona, where Gerolamo had served as a captain of the Republic, she dedicated herself to restoring the palazzo, partly out of necessity, but also in keeping with the Venetian tradition of refurbishing and enriching the family home upon inheritance or an important marriage alliance.

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A Gothic Façade That Speaks of Origins

Curiously, while the interiors were being transformed into a celebration of Baroque magnificence, the Gothic façade overlooking the Grand Canal was left untouched. This may have been a symbolic gesture, underscoring the family’s ancient roots in an era where modern grandeur still sought to anchor itself in tradition.

Particularly striking are the two Gothic hexafora: the one on the piano nobile, inspired by the loggia of the Doge’s Palace, and the upper one, more innovative in design, with interlacing pointed arches and quadrilobed windows creating a refined interplay of form and light.



A Palace, a Venetian Story

Today, stepping into the halls of Palazzo Pisani Moretta, albeit on rare, curated occasions, is to journey through Venice’s layered history, told through its decoration, its protagonists, and its lingering silences. It is the story of a city which, even in its political twilight, continued to express a splendour without equal, entrusting the memory of its greatness to the enduring beauty of the arts.

What truly captivated me was the grand salon on the main floor, a space of rare beauty where the eye is drawn upwards to the ornate ceiling, across the dramatic wall of windows, and above all, to a veritable forest of Murano glass chandeliers. Still lit by candlelight, their gentle flicker bathes the room in a timeless, intimate, and enchantingly evocative atmosphere.


Present Day

It was only recently announced that Palazzo Pisani Moretta has passed from Maurizio Sammartini, the last heir of the historic residence and its devoted restorer, from original furnishings to technical infrastructure, to Belgian fashion designer Dries Van Noten. Van Noten envisions an ambitious cultural initiative, aimed at transforming the palazzo into a creative hub for dialogue between artists and artisans, open to a discerning public. The project seeks to cultivate contemporary expression while remaining deeply rooted in Venetian heritage and craftsmanship.

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Bibliografia: Palazzo Pisani Moretta. Le vicende architettoniche e decorative. (Maria Agnese Chiari Wiel)

Foto AB

Foto in BN da crediti come sopra.

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